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I difetti congeniti delle mani.

Un bambino su 1.500 nasce con malformazioni congenite, cioè presenti fin dalla nascita, alle mani, spesso di una certa serietà. Si tratta di un importante deficit che limita le funzioni e che si riflette sullo sviluppo psico-motorio, sul comportamento e sulla vita di relazione dei piccoli. La mano è una parte complessa in cui si trovano strutture diverse come i vasi sanguigni, i nervi e i tendini, a diretto contatto con le ossa. Tutte le strutture sono piccole e delicate, in equilibrio tra loro. Per questo anche le tecniche ricostruttive applicate durante gli interventi variano da caso a caso. Nel caso di malformazioni congenite la chirurgia rappresenta spesso l’unico trattamento in grado di ottenere ottimi risultati e permettere l’utilizzo della mano. Una chirurgia complessa già di per sé,perché la mano ha una struttura delicata, ancor di più, poi perché viene eseguita sui bambini e richiede, quindi, attenzioni particolari.

Le malformazioni più comuni nella mano sono: la sindattilia ( l’unione di due dita), le dita sovrannumerarie detta polidattilia, la deviazione di un o più dita in posizione piegata (camptodattilia) o in direzione laterale (clinodattilia), la mancanza di alcune dita, la brachidattilia (lunghezza delle dita inferiore alla norma), l’aplasia radiale ( mancato sviluppo del radio), il semplice dito a scatto. Le malformazioni alla mano rappresentano un deficit funzionale importante, che si riflette su tutti gli aspetti della vita di una persona, dai limiti di movimento a quelli sociali e di relazione fino a toccare la sfera psicologica. Unica possibilità per migliorare il quadro clinico rimane l’intervento chirurgico. Va sottolineato che operare bambini piccoli comporta implicazioni di tipo famigliare e riabilitativo non trascurabile e proprio i genitori di questi bambini e il loro atteggiamento sono importanti. Diventa fondamentale capire se il bambino che eseguirà l’intervento riuscirà a collaborare alla riabilitazione che è fondamentale nel trattamento , nel suo insieme.

Il gioco diventa una componente importante della cura, un modo per familiarizzare con le nuove funzionalità della mano. La continuità del rapporto tra il medico e il bambino, infine, è fondamentale e deve essere impostata durante gli anni della crescita perché le malformazioni di una certa serietà spesso esigono un programma di interventi chirurgici e riabilitativi impostati in base allo sviluppo dei bambini.

La chirurgia oggi offre un valido aiuto, anzi è l’unico trattamento in grado di offrire ottimi risultati e ripristinare l’uso della mano. E’ una chirurgia complessa delicata, non eseguibile da tutti, in cui sono necessarie specifiche competenze sia ortopediche, sia plastico-ricostruttive con possibilità di ricorso a tecniche microchirurgiche. Oltretutto in casi di interventi particolari si richiede maggior attenzione sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista organizzativo con la predisposizione ad accogliere i bambini e i loro familiari. Pertanto ogni caso clinico fa storia a sé, infatti nel caso in cui la mano presenta più di cinque dita, la scelta del dito da asportare non è sempre scontata. Si deve tenere conto del grado di sviluppo, della presenza di tutte le strutture necessarie alla funzione (vasi, nervi, tendini), dell’estetica. Importante diventa lo studio del caso clinico per decidere quale tecnica è più indicata.

Prima di procedere con l’operazione è obbligo una visita ambulatoriale dal medico specializzato in questo tipo di chirurgia per valutare il tipo di caso e programmare l’intervento. Non esistono limiti di età per poter eseguire l’intervento in caso di malformazione congenita della mano ma l’ideale è intervenire il più presto possibile, nei primi due - tre anni di vita, in accordo con un medico specializzato e seguendo le sue indicazioni. E’ importante intervenire quando il piccolo può ancora facilmente adattare i suoi schemi mentali a una situazione di cambiamento.

 Quadro di SINDATTILIA
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