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“LA MANO DIABETICA” ovvero i dolori alla mano e il diabete mellito!!

“LA MANO DIABETICA” ovvero i dolori alla mano e il diabete mellito!!

 

Si ritiene ormai da parecchio tempo che il diabete possa essere responsabile di alcune affezioni dell’apparato locomotore: la nevralgia crurale e l’artropatia nervosa del piede ne sono gli esempi più classici. In effetti è probabile che il diabete giochi solo un ruolo secondario nella comparsa della nevralgia crurale dei diabetici,e in effetti l’ortopedico vede molto raramente delle artropatie nervose dei piedi. Sembra, al contrario, che si ignori ancora troppo spesso, una manifestazione molto più frequente, molto facile da inquadrare, ma ignorata, e che si potrebbe chiamare “LA MANO DIABETICA” come ha proposto Jung, chirurgo della mano, che l’ha descritta nel 1971.

Lo studio delle mani nei diabetici permette frequentemente di riscontrare un’atrofia dei muscoli dei tessuti superficiali, talvolta associata ad una contrattura in flessione delle metacarpofalangee e delle interfalangee prossimali e distali. La contrattura è tanto più frequente quanto più il diabete è di vecchia insorgenza. La velocità di conduzione nervosa del mediano e dell’ulnare è spesso rallentata. La metà dei diabetici presentano un fastidio all’estensione delle dita, ma l’insorgenza progressiva e il carattere limitato dell’atteggiamento viziato, spiegano il motivo per cui i malati in genere non si lamentano. L’associazione con la neuropatia è molto significativa, senza che il legame di causa effetto possa essere dimostrato. Spesso con un migliore equilibrio del diabete si ottiene un miglioramento del disturbo. Spesso nei bambini affetti da diabete insulino-dipendente si osservano un ispessimento della cute delle dita associata ad una contrattura in flessione delle metacarpofalangee ed interfalangee. Anche in questo caso le alterazioni del trofismo sono tanto più frequenti, quanto più il diabete è di vecchia data. Non è raro il riscontro di una riduzione di statura del giovane paziente e non si osservano alterazioni radiologiche delle superfici articolari. Si tratta di una capsulite rettratile spesso associata ad un’ispessimento e accorciamento dei tendini flessori, che ricorda clinicamente l’aspetto della sclerodermia o dell’algodistrofia. Circa il 25% dei malati affetti da malattia di Dupuytren (Fig. 1) sono diabetici. La malattia presenta due caratteristiche: la predominanza maschile è molto meno marcata, contrariamente di quanto accade al di fuori del terreno diabetico, le lesioni si localizzano più frequentemente al 3° e 4° dito piuttosto che al 4° e 5°, come avviene nelle altre forme eziologiche. Il dito a scatto (Fig. 2) è caratterizzato da una difficoltà all’estensione del dito che, sforzandolo, cede bruscamente con una specie di scatto. E’ frequentemente dovuto ad un nodulo tendineo situato in corrispondenza della articolazione metacarpofalangea, che rende difficile lo scorrimento tendineo.

La sindrome del Tunnel Carpale (Fig. 3) pone un problema pratico di difficile inquadramento. La frequenza del diabete è predominante fra le varie forme eziologiche, ma è difficile differenziare la componente dovuta alla neuropatia metabolica da quella dovuta alla compressione meccanica a livello del carpo. L’interessamento bilaterale e simmetrico dei nervi mediano ed ulnare depone a favore di una origine metabolica. L’accentuazione della riduzione della velocità di conduzione nervosa a livello del polso è un argomento in favore di una compressione locale. Il mediano interessato dalla nevrite è più sensibile, bisogna ricordare che quasi tutto il contigente neurosimpatico della mano è trasportato dal nervo mediano. Si esita spesso di intervenire sul polso di un diabetico, tanto più che si tratta di un terreno favorevole per un’algodistrofia post-operatoria. Le infiltrazioni di cortisone sono da sconsigliare per quanto collegabile con il diabete ma anche il cortisone nel nostro corpo si precipita sotto forma di sale e ha una azione corrosiva sui tendini esponendo al rischio di lesioni secondarie dei tendini flessori.

Un difetto del metabolismo del collagene potrebbe essere il denominatore comune della maggior parte delle manifestazioni descritte. Ciò potrebbe spiegare anche l’altra associazione classica, la microangiopatia, poiché questa è dovuta ad un ispessimento del collageno della membrana basale. In questa ipotesi patogenetica, la neuropatia sarebbe una conseguenza dell’interessamento dei vasa nervorum. Ma la teoria di un interessamento diretto dovuto all’alterazione metabolica glucidica a livello del nervo ha i suoi sostenitori.

Quindi la mano diabetica trarrebbe beneficio più da un riequilibrio del diabete che non dagli antinfiammatori. Il trattamento si basa su una perseveranza delle cure mediche e fisioterapiche come i Campi Elettro Magnetici Pulsati, usati più ore al giorno. Segnalo che la terapia chirurgica permette una risoluzione definitiva del problema in moltissimi casi. Le tendiniti devono essere trattate come le altre forme etiologiche, ma con una perseveranza e cura particolare. Le manifestazioni reumatiche e ortopediche, classicamente la cruralgia, possono essere la manifestazione d’esordio di un diabete.
Fig. 1: quadro di m. di Dupuytren, che coinvolge il 4 raggio e indicato dalla freccia l’aponeurosi retratta.
Fig. 2: quadro intraoperatorio del dito a scatto, notasi restringimento sul tendine
Fig. 3: livello di insorgenza della S.T.C. con descrizione sintomatologia.
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