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LE LESIONI TRAUMATCHE DELLA MANO NELLO SPORTIVO

Le lesioni traumatiche della mano negli sportivi sono piuttosto frequenti, e, se non opportunamente trattate possono seriamente ostacolare la ripresa della attività sportiva precedente. Riteniamo pertanto fondamentali i seguenti punti:

• Diagnosi tempestiva ed accurata del tipo di lesione.

• Trattamento appropriato con privilegio delle metodiche chirurgiche.

• Immobilizzazione breve e frequenti controlli.

• Inizio precoce della rieducazione assistita da personale esperto.

La mia esperienza nel trattamento delle lesioni sportive della mano mi ha condotto a distinguere tra queste lesioni, quelle a prognosi peggiore in assenza di un adeguato trattamento.

Il trattamento, che deve essere sempre tempestivo e volto al ripristino anatomico, deve inoltre tenere conto delle necessità di molti atleti di ritornare rapidamente ad allenarsi.

Una lesione apparentemente banale come può essere la rottura di un tendine estensore, se trascurata, rende necessario un trattamento chirurgico che, rispetto a quello incruento è più spesso causa di rigidità articolari residue. La frattura del collo del V metacarpo, non correttamente ridotta in urgenza può consolidare con vizio di rotazione e causare la sovrapposizione del V dito sul IV, con ovvie limitazioni funzionali nei movimenti in flesso-estensione digitale. In questi casi si rende necessario un intervento di calloclasia e di nuova riduzione ed osteosintesi in posizione corretta. Giudico necessario, soprattutto negli sportivi, trattare chirurgicamente le fratture scomposte sia delle falangi sia dei metacarpi: il trattamento comprende la riduzione aperta e l'osteosintesi mediante fili di K., viti, placche, fissatori esterni a seconda dei casi. Importante è la riduzione tramite incisione e non a cielo chiuso se non è fatta da mani abili ed esperte. L'utilizzo del fissatore esterno mi ha permesso di ottenere ottimi e buoni risultati con tempi di immobilizzazione ridotti (3-4 settimane) e buona tolleranza del montaggio. Le fratture articolari sono sempre difficili da trattare in quanto la loro riduzione non è sempre anatomica ed è elevato il rischio di rigidità residue. In questi casi la riduzione e l'osteosintesi mediante fili di K. o fissatore esterno, devono essere il più possibile accurate, seguite da frequenti controlli radiografici e da una accurata rieducazione post-operatoria. Questa deve essere sempre condotta da mani esperte e deve mirare inizialmente al ripristino di una normale escursione articolare mediante progressive mobilizzazioni passive in rilasciamento. Le articolazioni che più spesso sono  sede di rigidità post-traumatica e post- operatoria sono quelle digitali. Tra queste, le metacarpo-falangee rivestono fisiologicamente il ruolo più importante nella funzione prensile globale della mano. La fase successiva della rieducazione deve ripristinare la normale forza di presa della mano e verrà condotta con mobilizzazioni attive dapprima assistite poi contro resistenza progressiva.

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